LA PSICOANALISI PER SUPERARE LE ANGOSCE DEL NOSTRO TEMPO.
L'epoca ipermoderna si caratterizza per la scomparsa della figura del padre, sul piano reale e simbolico.
La perdita degli Ideali associati alla figura paterna si accompagna al culto frivolo del Godimento, alla vacuità dei piaceri di ogni tipo, in una generale concezione edonistica-libertaria dell'esistenza che, tuttavia, appare dominata dall'insicurezza e dall'angoscia.
L'epoca contemporanea allora non è solo l'epoca dell'alleggerimento della vita dai pesi ingombranti degli Ideali, ma è anche l'epoca della vita alla deriva, caotica, spaesata, priva di punti di riferimento, destabilizzata, smarrita, vulnerabile.
Quindi oltre alla liquidità dei legami, per seguire la tesi di Bauman, che esprime la dissoluzione dell'ideale edipico e della sua funzione di orientamento nella società tradizionale, l'altro aspetto sul quale mi voglio soffermare è quello delle identificazioni solide, in cui il soggetto manifesta la tendenza alla chiusura autistica, alla solidificazione pietrificata e narcisistica.
La potenza creativa del desiderio viene annientata dalle due configurazioni fondamentali dell'epoca ipermoderna: il godimento liquido della ripetizione pulsionale e l'identificazione solida che congela l'Io in un'entità separata dall'Altro.
Sia la disinibizione pulsionale, sia l'identificazione pietrificata tagliano corto col desiderio e con l'Altro: si tratta di due modalità di esclusione dell'incontro con l'Altro e di aggiramento dell'alterità. La negazione dell'apertura all'Altro e il difetto di riconoscimento dell'alterità non possono condurre che a una sorta di monadizzazione della società, a una solitudine angosciata del soggetto, ad una disarticolazione del tessuto sociale.
Il compito della psicoanalisi oggi è quello di restituire al soggetto il desiderio che gli è proprio, consentendogli di riappropriarsi della propria originalità creativa nel rapporto con l'altro.