E' difficile, sembra, convivere con se stessi, con le paure, le delusioni, le insicurezze e le difficoltà relazionali che caratterizzano la vita e l'essere nel mondo.
Lo 'sballo' può assumere molteplici funzioni: per dimenticare, allontanare le paure, per divertirsi, per curarsi, per stare meglio con gli altri, per stare meglio da soli.
All'inizio del '900 Freud sosteneva che la migliore compagna per un maschio fosse la bottiglia: non tradisce, non ha il ciclo mestruale, non è imprevedibile e ogni volta che la si cerca è presente; dopo i primi sorsi inoltre risponde al bevitore in maniera costante donando sempre le stesse uguali e rassicuranti sensazioni del piacevole torpore dell'ubriachezza.
Il rapporto con un'altra persona è invece completamente differente, le relazioni, siano esse amicali, amorose, affettive o familiari, avvengono tra esseri umani, e quindi, come tali, imperfette.
L'altro che si incontra è un altro imperfetto, mancante, che mette a nudo i propri difetti e quelli del soggetto; possiamo affermare che ogni relazione umana, intrisa quindi di emotività, genera uno stato angoscioso proprio perchè instaurata tra due elementi imperfetti.
Tale imperfezione deve essere gestita e, soprattutto tollerata nella relazione. Essere 'in relazione con' implica necessariamente la possibilità del 'no' dell'altra persona, amico o partner che sia e spesso i rifiuti, le umiliazioni, la discordanza di opinioni creano disagio, talvolta non sono nemmeno giustificate in maniera razionale dall'altro.
Relazionarsi ad un oggetto è evidentemente più semplice, e la droga ha la non trascurabile proprietà chimica di far stare bene chi la assume. Dunque la sostanza dona un doppio vantaggio: non crea alcuna aspettativa verso la potenziale frustrazione dell'incognita della risposta nella relazione con l'altro e, allo stesso tempo, regala un piacere corporeo difficilmente ottenibile tramite metodi 'naturalià come lo sport, la meditazione o l'attività sessuale.
La sostanza ci tranquillizza, evita le numerose domande che inconsciamente ognuno di noi si pone: 'cosa sono io per l'altro', 'che posto occupo io nel desiderio dell'altro', 'come mi vuole?'.
L'uomo ha sempre introdotto sostanze tossiche nel proprio organismo per vivere meglio, almeno in apparenza. Il danno risulta dalla dipendenza che si crea tra soggetto e sostanza; tale dipendenza si è però modificata nel tempo in quanto sono cambiate le droghe, è variata la modalità di utilizzo.
Oggi l'uso delle sostanze appare inseparabile rispetto al godimento chimico del corpo, al fine di implementare le prestazioni e al miglioramento del divertimento; non assistiamo più al mondo della sperimentazione artistica tramite la droga più tipica degli anni '60, '70 e infine '80.
Perchè oggi ci si droga?
Ho pensato di riassumere in tre tipologie l'assunzione contemporanea delle sostanze, che non sono altro che la conseguenza dei repentini cambiamenti sociali.
Il Godimento chimico del corpo.
Molte droghe si assumono perchè ci si sente bene, fanno stare bene, non fanno pensare, annullano gli effetti sgradevoli dell'ansia. L'effetto ansiolitico di marijuana, hashis, eroina e alcool è molto più potente di quello dei farmaci cosiddetti 'tranquillanti' ( benzodiazepine o neurolettici); inoltre le sostanze possiedono una rapidità d'azione maggiore e quindi un effetto immediato.
Nell'essere umano i messaggi che dalla mente giungono al corpo sono regolati da una serie di molecole chiamate neurotrasmettitori, le quali sostanze sono responsabili delle emozioni e dei vissuti sul piano emotivo.
Adrenalina e serotonina sono ormoni prodotti da alcuni organi che determinano sensazioni ed emozioni come gioia, tristezza, rabbia, paura e ansia.
Le sostanze stupefacenti, considerate neurotrope per la loro capacità di legarsi alle nostre cellule nervose, si legano, si mimetizzano, si sostituiscono ai nostri ormoni naturali, potenziando, rallentando, inibendo, a seconda della sostanza in causa, il messaggio che tali sostanze naturalmente trasmettono al nostro organismo.
La marijuana quindi, sostanza tipicamente inibente i meccanismi neuronali, può essere un buon ansiolitico, la cocaina invece, ovviamente un eccitante, può essere un antidepressivo.
Aumentare le prestazioni.
Nell'ultimo decennio una delle sostanze più utilizzate è stata la cocaina, la droga prestazionale per eccellenza. Molti la utilizzano per lavorare, per migliorare le proprie performances sessuali con la ragazza di turno piuttosto che con prostitute, per stare svegli al sabato sera o per trovare la voglia di uscire a cena con gli amici dopo una dura giornata di lavoro.
Sembra che il soggetto ricorra alla cocaina al fine di adattarsi sempre meglio alle esigenze sociali di felicità, di ottime prestazioni lavorative; si desidera cioè essere brillanti, simpatici e mai stanchi. Tutt'altra questione del tossicodipendente emarginato degli anni '70-'80.
Un'altra sostanza, anche se venduta in farmacia come farmaco (anche cocaina ed eroina nascono così) è il viagra. Nata per persone con patologie che prevedono disfunzioni erettili come diabete o problematiche neurologiche, in realtà esiste un mercato nascosto e illegale che distribuisce viagra soprattutto a giovani di trent'anni, convinti del fatto che tramite l'aiuto chimico potranno fornire una 'prestazione' degna di tale nome. Si teme il fallimento a tal punto da affidarsi ad una regolazione erettile chimica che assicuri la meccanicità del rapporto senza timori di rallentamenti.
Infine anche lo sport viene inquinato dalla chimica perchè non si viva la il fallimento della sconfitta e si migliori il risultato. Il doping è quindi un altro ricorso a sostanze per fini prestazionali: il sacrificio, l'allenamento duro, il rispetto dell'avversario sono annullati dal desiderio ingestibile di vincere, costi quel che costi.
Divertirsi sempre di più.
Le sostanze vengono assunte con il banale scopo di divertirsi, divertirsi di più, senza la sostanza il divertimento non è sufficiente. Le pastiglie di ecstasy, multiconcentrati di allucinogeni e anfetamine, concedono un surplus di godimento al corpo, annullano le inibizioni procurando un effetto per cui il soggetto si sente maggiormente attratto dai suoi simili e illusoriamente stringe relazioni in discoteca, pervaso da sensazioni di benessere e tranquillità, relazioni che senza l'aiuto della 'pasticca' non avrebbe assolutamente il coraggio di affrontare. Finito l'effetto però non si è ottenuto che poco più di un paio di ore di divertimento. Questa tipologia annulla ogni relazione sociale in favore spesso di un godimento del singolo, che si è fisicamente unito ad un gruppo numeroso di persone, ma desolatamente solo nel piacere chimico offerto dalla droga.
La grande disponibilità sul mercato di sostanze stupefacenti e la inevitabile diminuzione di costo, unitamente alla sempre maggiore conoscenza dei principi chimici e dei loro effetti sulla psiche grazie all'informazione scientifica da parte dei media (internet, trasmissioni televisive dedicate), hanno indotto una dimestichezza e maneggevolezza delle sostanze permettendone anche un consumo trasversale attraverso le differenti classi socio-economiche.
E' il periodo dell'oggetto droga: è ormai evidente che non c'è più la motivazione prioritaria della trasgressione, non c'è più nulla da trasgredire, c'è però da divertirsi, c'è da godere.