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IL MIRACOLO DELL'AMORE

Esiste un altro modo di pensare l'amore e di pensare anche la soddisfazione, al di là dell'amore di oggi ? (clicca qui per l'articolo di riferimento) .
Pensare la felicità, la salvezza , non come inseguimento del nuovo, ma come possibilità di trovare il nuovo nello stesso. Per questo la fedeltà è la postura fondamentale di ogni amore, la fedeltà alla stesso; perchè nello stesso c'è il vero nuovo.
Facendo un esercizio mentale , se ciascuno pensasse al volto di chi ama, anche il volto di un figlio, non necessariamente di un partner, quel volto di un figlio che abbiamo visto nascere, crescere, se ci concentriamo su questo volto non ci stancheremo mai di guardare questo volto che è allo stesso tempo sempre lo stesso e sempre nuovo.
E il volto della donna e dell'uomo che amiamo quando c'è l'amore è sempre lo stesso e sempre nuovo, e così il suo corpo di cui conosciamo tutti i dettagli, la geografia ( parlo degli amori che durano nel tempo, che durano anni, che fanno figli, progetti che condividono dolori e fatiche), questo volto, se c'è l'amore, che non mi rivela niente di nuovo, questo volto è sempre nuovo. Questo è il miracolo dell'amore quando c'è.
Quando esiste l'amore lo stesso è nuovo e io amo l'altro, lo stesso, perchè è sempre Altro. La verità dell'amore è trasformare lo stesso in Altro.
Per questo J. Lacan nel seminario che dedica al tema dell'amore dice che la parola fondamentale dell'amore è 'Ancora' ( Seminario XX ), che detta in francese significa anche un corpo, lo stesso corpo, ancora come adesso, come oggi, ancora per sempre, un infinito in atto.
Nessuna qualità è sufficiente a dire l'enigma dell'amore, perchè quando si ama qualcuno davvero si ama tutto. Tutto cosa vuol dire? Cioè non si ama un immagine, l'ideale che l'altro incarna come pensava Freud dicendo che l'amore è sempre amore di me stesso, cioè io amo l'altro come specchio, amo l'altro come incarnazione della mia stessa immagine ideale. Quando dico ti amo io dico mi amo attraverso di te ( diceva Freud ); quando dico ti voglio bene io dico voglio il mio bene attraverso di te. Voler bene è volersi bene; questa è la dimensione narcisistica dell'amore; ma questo non esaurisce l'amore.
Quando c'è l'amore radicale, l'amore profondo, l'amore come esposizione assoluta, noi non prendiamo l'altro come imitazione del nostro io ideale, ma entriamo in un rapporto di ammirazione; noi ammiriamo tutto ciò che l'altro.
Se invece l'amore è ideale l'amore è destinato alla delusione, perchè prima o poi l'altro rivelerà la sua faccia brutta, difettosa, basta un'inezia per sgonfiare il pallone dell'altro ideale. Ma quando si dice amo tutto vuol dire che non è la rappresentazione dell'altro che mi ha colpito, ma proprio il particolare più particolare dell'altro, quello che si riflette nel nome proprio. Per questo Lacan diceva che l'amore è sempre l'amore del nome, mai amore della vita, amore dell'amore, amore in generale. Il nome proprio, il nome che noi portiamo è l'unica parola che non si traduce, in nessuna lingua, resiste alla traduzione, l'intraducibile; per questo che quando sentiamo il nome della persona che amiamo quel nome vibra, fa vibrare un corpo; è il miracolo dell'amore, trasformare il nome in un corpo, un corpo in un nome, cioè l'esperienza del particolare come intraducibile.
Questo si vede bene anche nel rapporto con i figli, perchè ogni figlio è amato in un modo assoluto e in un modo diverso. Non c'è amore uguale per i figli, è una cattiva retorica pedagogica. Ogni figlio ha un amore diverso, perchè il numero dei suoi capelli è diverso, perchè il suo nome proprio è diverso. Allora l'amore è l'ammirazione dell'altro; è difficile ammirare l'altro, è più facile invidiare l'altro, è più facile compatire l'altro. E' più facile soccorrere l'amico in difficoltà, stargli vicino che non essere vicino a un amico che è nel massimo del suo splendore, nel massimo del suo successo. E' più facile consolare che ammirare, perchè si ammira la qualità insostituibile, incommensurabile, inestimabile dell'altro. E' per questo che il miracolo dell'amore vuole essere assoluto e eterno, ma non c'è l'amore eterno e assoluto. Se il primo miracolo sta nella possibilità di fare di un incontro un destino, il secondo miracolo è che l'incontro d'amore che è una contingenza, ha la forza di aprire il mondo, cioè di far nascere una seconda volta il mondo.
E' l'esperienza che tutti gli amanti fanno: dopo l'incontro d'amore il mondo non solo non è più lo stesso, ma nasce una seconda volta e questo perchè non è più il mondo visto dall'uno ma è il mondo visto da due. La felicità della condivisione. Il pensiero del due è l'essenza dell'amore, il mondo che rompe il recinto dell'uno ed è per questo che il significato dell'amore lo possiamo cercare in una frase pronunciata da Giulietta a Romeo : più ti do, più ho. Questa è la sostanza stramba di cui è fatto l'amore, perchè più si dà più cresce. Più si consuma più aumenta, più ci si dedica e più ci ritorna indietro.



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