Gli attacchi di panico, così come i disturbi d'ansia, la depressione sono una delle modalità del disagio caratteristico dell'epoca contemporanea.
Quando gli attacchi di panico veri e propri finiscono, la persona resta stordita e stremata. Dopo il primo attacco di panico subentra la paura della ripetizione dello stesso, ma di solito la persona non riesce a individuare quale situazione o evento ha provocato gli attacchi di panico.
L'esperienza clinica ha dimostrato che il trattamento attraverso la parola degli attacchi di panico cura, offrendo un approccio che accoglie la sofferenza del soggetto.
Infatti i motivi della sofferenza soggettiva che si esprime nella modalità degli attacchi di panico sono particolari ad ogni soggetto, alla sua storia, al modo in cui ha risposto alle sollecitazioni dell'ambiente, alle sue caratteristiche e alle contingenze della sua vita.
Diversamente che nei casi di ansia depressione, gli attacchi di panico si presentano "come un fulmine a ciel sereno", cioè in modo imprevedibile. Durante un lasso variabile di tempo, che va da qualche minuto a qualche ora, (ma che alla persona colpita sembra un'eternità) il soggetto prova un'intensa sensazione di terrore, con un intollerabile corredo di sintomi fisici (palpitazioni, sudorazione, formicolii, vertigini, respiro affannoso, ecc) e psichici (sensazione di stare per impazzire, sensazione di morte imminente, paura di perdere completamente il controllo, ecc).
Questo porta spesso a rinunciare alle normali attività di lavoro, di studio e anche di svago, nel tentativo di ridurre le occasioni di pericolo, il che porta la persona a isolarsi sempre di più e gli rende difficile anche il cercare aiuto.