In letteratura l'
adolescenza è variamente periodizzata, con un ingresso minimo corrispondente alla pubertà, intorno agli undici anni, e un'uscita massima corrispondente alla fine dell'ossificazione della clavicola, intorno ai venticinque anni oppure alla raggiunta indipendenza economica accompagnata dalla definitiva uscita dal nucleo famigliare, un evento, questo, che ai nostri giorni accade sempre più tardi ampliando notevolmente il mondo dei soggetti
adolescenti.
Le incertezze nel definire l'
adolescenza rendono in primo luogo conto di alcuni caratteri dell'
adolescenza stessa, riflettendo sì la difficoltà per le discipline, mediche, psicologiche e sociali, che se ne occupano, ad afferrare un tempo della vita che, più degli altri, è caratterizzato dal passaggio, ma ancor prima essendo buon indice delle difficoltà crescenti dei giovani nell'attraversare questo transito, in un momento in cui il futuro è una parola difficile.
In secondo luogo una breve considerazione circa la periodizzazione dell'
adolescenza ne mostra la trasversalità a differenti ambiti sociali, mettendo in luce il delicato intreccio di nuovi accadimenti che riguardano la famiglia, la Scuola, l'ingresso nel lavoro, e che si svolgono in un soggetto per il quale la trasformazione riguarda perfino il suo stesso corpo. Ne consegue un'ampia rilevanza sociale delle questioni legate all'
adolescenza e, per il Dott. Messieri , un'importante indicazione circa l'impostazione del lavoro con i giovani. Lavorare con gli
adolescenti significa procedere su due fronti: da un lato con gli adulti che li circondano - innanzitutto la famiglia (
genitori) e gli insegnanti - dall'altro con gli
adolescenti stessi (
figli).
In conclusione, il modo migliore di accostarsi all'
adolescenza è attraverso la questione del tempo, per scoprire che il tempo dell'
adolescente non è mai quello giusto. Solo nel migliore dei casi il tempo è in anticipo sul soggetto e le trasformazioni arrivano al momento giusto. Se l'
adolescente ritarda, la sua natura problematica finisce per gravare indefinitamente sulla famiglia, sul mondo del lavoro e, fin dove essa arriva, sulla Scuola. Se invece anticipa i tempi l'urto può essere molto duro.
Adolescenza e nuovi sintomi
Se il cambiamento è di per sè proficuo per la manifestazione dei
sintomi del disagio psichico, la sintomatologia adolescenziale, accanto ai disturbi più classici, o alla problematicità dell'esordio psicotico, presenta una particolare coloritura. Dopo le dilaganti
dipendenze, e dietro all'ondata epidemiologica di
anoressia-bulimia o agli
attacchi di panico, già appaiono il
cutting e burning (un autolesionismo praticato mediante oggetti da taglio o incandescenti, statisticamente allarmante negli Stati Uniti) o il fenomeno di provenienza giapponese ma crescente anche in Europa degli hikikomori (una forma di
depressione caratteristica di
adolescenti che si autorecludono, sospendendo ogni rapporto esterno alle mura domestiche, dedicandosi unicamente a videogiochi, televisione o internet).
Qui come nel caso delle dipendenze da sostanze si vede bene come i nuovi sintomi siano promossi da un discorso sociale che incentiva il consumo solitario del gadget intendendo con questo termine droghe, oggetti di consumo, o un corpo ridotto a oggetto di consumo, mentre il rapporto con gli altri resta relegato in secondo piano.
Il carattere dell'
adolescenza è insomma tale da farne un'età fortemente esposta ai nuovi sintomi.
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